periodo: 09/03/2018 – 10/06/2018
curatore: Chiara Gatti e Raffaella Resch
presso: MAN – Museo d’Arte della Provincia di Nuoro
L’Elica e la Luce. Le futuriste. 1912-1944 è il titolo della Mostra allestita al Man di Nuoro che resterà aperta fino al 10 giugno.
L’esposizione, a cura di Chiara Gatti e Raffaella Resch, propone una rilettura del ruolo che le donne futuriste ebbero nelle arti figurative, nel teatro, nella letteratura e nelle arti applicate e ha il merito di far emergere e portare all’attenzione di un pubblico più vasto interessanti figure femminili dedite all’arte, spesso sconosciute e poco studiate.
Si riconsidera qui, dopo la grande mostra curata da Lea Vergine del 1980, “l’altra metà dell’avanguardia 1910-1940”, come dichiara Chiara Gatti curatrice della mostra, proprio un particolare “capitolo” di quella storia.
L’occasione è proprio quella di approfondire ruoli, attitudini, e aspetti delle personalità artistiche e private di queste donne anche a partire dalla ben nota posizione antifemminile dei futuristi enunciata nelle dichiarazioni e nel Manifesto del Futurismo, 1909.
Ne emerge come profilo comune il desiderio di affermare una “femminilità nuova”, lontana dall’idea ottocentesca di sentimentalismo e di fragilità tanto cara all’immaginario maschile.
Proprio quell’’idea stereotipata secondo Marinetti era stata oggetto dell’iconoclastia futurista e non la donna in sé. Così infatti l’artista si era scagliato nel suo manifesto Abbasso il tango e Parsifal! Contro gli «Ultimi sforzi maniaci di un romanticismo sentimentale e decadente e paralitico verso la Donna Fatale di cartapesta».
È proprio attraverso la rilettura della produzione femminile allora, degli interessi spesso contigui a quelli degli uomini, per il volo, per il dinamismo, per una nuova concezione del corpo, che si riscoprono presenze ben più significative di quanto stimato comunemente.
Sono 100 le opere in mostra fra dipinti, sculture, carte, tessuti, maquette teatrali e oggetti d’arte applicata che testimoniano la produzione femminile tra gli anni dieci fino agli anni quaranta.
È attraverso le voci e le testimonianze artistiche, letterarie, e materiali delle protagoniste di quel tempo che si scoprono figure di intellettuali pronte a produrre idee oltre che oggetti e pronte a renderle pubbliche e condivise nei loro manifesti.
Il binomio tra arte e vita si rintraccia nelle arti decorative, nellla scenografia, nella fotografia, nel cinema, nella danza, nella letteratura e nel teatro, raccontato oltre che dalle opere stesse, anche da un nutrito apparato documentario costituito da prime edizioni di testi, lettere autografe, fotografie d’epoca, manifesti originali, studi, bozzetti e installazioni digitali.
Le futuriste, dedite alla sperimentazione polimaterica, creano laboratori artistici di arti applicate che spesso hanno anche un ottimo successo commerciale e diventano designer per grandi aziende manifatturiere ma, soprattutto, recepiscono le istanze dell’arte futurista reinterpreandole secondo la propria sensibilità e i propri stilemi, e creando oggetti come quelli esposti in mostra, in cui inventiva, grande abilità manuale e una decisa impronta contemporanea, contribuiscono al cambiamento di percezione della società, degli ambienti e degli stessi ruoli.
Ne sono testimonianza anche alcuni interessanti oggetti provenienti da collezioni private ed archivi, come il Ventaglio di Fidora, artista milanese che oltre che pittrice, fu anche designer per la Venini, giornalista e ricamatrice; l’Arazzo e la brocca in ceramica con motivi geometrici di Leandra Angelucci Cominazzini; le tarsie di panni ricamate come Luce e Sorpresa di Elica Balla; una tarsia di organza e di fili di seta di Bruna Somenzi; gli arazzi Ciminiere, Danza futurista e Natura vivissima di Gigia Corona, artista che da Udine si era trasferita a Palermo e con il marito Vittorio aveva avviato, “in un clima alla pari” una fiorente attività manifatturiera; un cuscino, un arazzo e una collana realizzati da Bice Lazzari, artista figurativa, che nella creazione di oggetti per l’ENAPI (Ente nazionale artigianato e piccole industrie) sperimentava il linguaggio astratto, o il bozzetto per il fazzoletto dipinto di seta aerografata con motivi di segnali stradali di Rosita Lojacono, artista che negli anni Trenta progetta e realizza con gusto già Decò, anche tappeti, borse e gioielli.
indirizzo
Via Sebastiano Satta, 27, 08100 Nuoro
telefono
t.0784/252110 | f.0784/36243
web
http://www.museoman.it
orari
Orario invernale : 10:00/13:00 – 15:00/19:00 Orario estivo continuato : 10:00/20:00
biglietti
Intero MAN: 5 euro (over 25) Ridotto MAN: 3 euro (dai 18 ai 25 anni) Intero MUSEO CIUSA: 3 euro (over 25) Ridotto MUSEO CIUSA: 2 euro (dai 18 ai 25 anni) Intero Unico: 6 euro (over 25) Ridotto Unico: 4 euro (dai 18 ai 25 anni) Promozione Unico: 5 euro (over 65) Gratuito MAN e MUSEO CIUSA: under 18 Gratuito: prima domenica del mese
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